Nulla è perfetto, e questo è un dato di fatto. Allo stesso modo però, è un dato di fatto che quando GoPro decide di lavorare come è in grado di fare non ce n’è per nessuno, e la nuova Hero 6 Black è la dimostrazione di quanto appena affermato. Giunta esattamente un anno dopo Hero 5 Black, il nuovo modello della action cam più famosa sembra ormai avere davvero poco ancora da limare.
FUORI NON CAMBIA ED È GIUSTO COSI
Anche esaminandole al microscopio è davvero impossibile distinguere esteticamente la nuova Hero 6 Black dalla vecchia Hero 5 Black di GoPro. Le dimensioni sono esattamente le stesse, così come è identica la posizione dei pulsanti, degli sportellini del vano batterie e delle connessioni, e la dimensione del display posto sul retro. L’unico dettaglio, è non esiste altro modo per definirlo, che differenzia le due ultime action cam del colosso statunitense è un piccolo 6, al posto del 5, che affianca la scritta Hero sul lato della videocamera. Insomma. Davvero un’inezia.
E grazie al cielo ci verrebbe da dire. Si perché in questo modo GoPro conserva la compatibilità perfetta con tutti gli accessori che già calzavano a pennello alla precedente generazione della propria action cam. E non è sicuramente un dettaglio da sottovalutare, specialmente per chi ha comprato nel corso degli anni tutta una serie di accessori originali che, come ben sappiamo, hanno dei prezzi decisamente importanti.
Detto ciò la nuova Hero 6 conserva una certificazione che ne attesta la resistenza all’acqua e in particolare a immersioni fino a 10 metri di profondità (senza protezioni aggiuntive). Una protezione garantita da tutta una serie di guarnizioni che isolano gli sportelli dalle infiltrazioni una volta che questi vengono chiusi. Sportelli che sono in particolare due e che nascondono il vano batteria e lo slot per la microSD, nel caso di quello posizionato nella parte bassa, e i connettori USB Type-C e microHDMI per quello posto sul lato.
Nella parte posteriore della fotocamera ritroviamo poi il display da 2” di diagonale che già avevamo sulla Hero 5 e che conserva la risoluzione di 320x480 pixel oltre che una buona visibilità all’aperto nonostante la finitura lucida che non evita certo i riflessi. Un display che resta tuttavia davvero molto comodo per modificare tutti i parametri di scatto e ripresa, con una interfaccia che è diventata ancora più intuitiva e reattiva e un touch che sembra rispondere in maniera migliore rispetto a quello della soluzione precedente.
Nel complesso resta una delle action cam più solide e meglio costruite. Con una finitura gommata che aiuta molto la presa anche nel caso in cui volessimo impugnarla senza alcun supporto.
Come al solito, purtroppo, la confezione di vendita risulta molto scarna, nonostante il prezzo non sia certo contenuto. Nella scatola troviamo infatti solamente il guscio, una slitta con vite, due supporti adesivi, e il cavo USB / USB Type C per la ricarica e la connesione al PC.
FINALMENTE IL 4K 60 FPS E ANCORA TANTA, TANTA QUALITA
La caratteristica fondamentale delle fotocamere GoPro fino ad oggi è stata sempre quella di puntare alla qualità in ogni contesto e senza compromessi. È vero, il prezzo è sempre stato più alto della concorrenza ma è davvero difficile trovarsi male con una action cam del produttore statunitense. A parità di generazione e specifiche, le immagini prodotte dalle videocamere Go Pro hanno sempre avuto quel qualcosa in più che, non dico ne giustificasse il prezzo, ma che, sicuramente lo rendesse meno difficile da digerire.
Ebbene, questa Hero 6 incarna perfettamente questa filosofia. Costa, e nessuno lo mette in dubbio, ma le migliorie apportate alla qualità delle immagini, già ottima su Hero 5, sono decisamente evidenti e portano l’asticella della competizione un gradino più in alto per tutta la concorrenza.
E allora cosa cambia rispetto a Hero 5 Black? Anzitutto i formati di registrazione. Rimane 4K la risoluzione più alta, ma ora possiamo arrivare fino a 60 fps con campo visivo Ampio e 30 fps in SuperView. La risoluzione 2.7K raddoppia il framerate massimo che può ora raggiungere i 120 fps, 60 in SuperView, mentre il 1080p è ora capace di arrivare a 240fps, per super slow motion davvero incredibili.
Tutto ciò a favore di riprese più belle ma, ovviamente, con un peso dei file creati decisamente superiore. Un problema che comunque si fa sentire solo in parte grazie ad una connettività WiFi migliorata con una velocità di trasferimento decisamente superiore rispetto al precedente modello.
Parlando invece di foto è doveroso ricordare che abbiamo un sensore da 12 megapixel ed è quindi questa la risoluzione massima e anche l’unica a cui possono essere riprese le immagini. Non manca poi la possibilità di impostare un time lapse sia video che foto con un intervallo di tempo tra una foto e l’altra impostabile su 7 livelli differenti: ogni 0.5, 1, 2, 5, 10, 30 e 60 secondi.
Protagonista di tutte le migliorie, sia quelle relative alle risoluzioni di ripresa di cui abbiamo appena parlato che in relazione alla qualità che vi illustrerò tra poco, è sicuramente il nuovo processore che GoPro ha progettato per la prima volta in casa. Parliamo di GP1, un nuovo chip cusotmizzato quindi che permette a GoPro di lavorare con un prodotto studiato internamente e sviluppato esattamente per adattarsi al meglio a tutte le componenti e le caratteristiche delle sue videocamere.
E veniamo quindi a parlare di quali che sono le migliorie dal punti di vista qualitativo rispetto alla precedente versione della action cam. E lo facciamo partendo da quello che a mio avviso è uno dei parametri più importanti per la maggior parte di coloro che acquistano un prodotto di questo genere, ovvero la stabilizzazione.
Anzitutto dobbiamo dire che resta di tipo digitale, ed è il motivo per cui, quando attivata, riduce il campo visivo del 5% circa, e poi va aggiunto che, purtroppo, non è disponibile ai massimi framerate di ogni risoluzione ed è quindi attivabile a 4K@30fps, 2.7K 60fps e 1080p@120 fps.
Detto ciò non possiamo però che esaltare i risultati ottenuti. Per quanto già si trattasse di uno dei punti di forza rispetto alla concorrenza, con questa Hero 6, GoPro ha fatto un ulteriore e importante passo avanti. Nei video che ho girato durante la prova mi ha stupito in particolare la capacità di rendere stabili le riprese su un percorso tortuoso in mountain bike, con la videocamera attaccata con un supporto rigido al manubrio. In poche parole una delle condizioni peggiori per un oggetto del genere, con sollecitazioni continue, brevi e intense. Il risultato? In alcuni frangenti si avverte ancora una leggera vibrazione, specialmente quando la frequenza dei rimbalzi è particolarmente elevata, ma dobbiamo dire che è davvero difficile in questo momento pretendere di più.
Passiamo quindi alla gamma dinamica, anche questa migliorata molto. L’intervallo dinamico è stato infatti ampliato in maniera importante; la nuova Hero 6 è in grado ora di riprodurre un set di tonalità decisamente più ampio e questo si traduce in una nuova modalità HDR in foto, attivabile dal menu delle impostazioni, sicuramente molto efficace, specialmente all’aperto e in condizioni di reale controluce. Se utilizzato in maniera scorretta, o meglio abusandone, ad esempio quando già la scena è sufficientemente corretta dal punto di vista dell’esposizione, forzare l’utilizzo dell’HDR comporta spesso aberrazioni cromatiche spiacevoli.
Migliorata molto anche la qualità delle immagini, sia per quanto riguarda le foto che per i video, anche quando la luce scarseggia. Evidente il lavoro effettuato dai tecnici e dai programmatori per cercare di limitare il più possibile il rumore di fondo e compensare al meglio anche le alte luci in corrispondenza di fonti di illuminazione spot. Anche al buio o comunque in presenza di scarsa illuminazione riusciamo infatti ad ottenere dei buoni risultati anche senza attivare la modalità apposita nelle impostazioni che non sempre lavora al meglio creando in alcuni casi importanti artefatti.
Solo un accenno in relazione al comparto audio che non cambia molto rispetto alla versione precedente, con una qualità buona e soprattutto un algoritmo che permette di isolare in maniera abbastanza efficace i rumori ambientali.
Non manca la modalità Protune che permette di controllare manualmente alcuni parametri di scatto e di ripresa, cosi come è stato introdotto uno Zoom digitale che in modalità di inquadratura Standard e Ampio permette di andare ad ingrandire il soggetto in maniera digitale, croppando l’immagine nel punto desiderato.
Restano ancora i comandi vocali, anche in lingua italiana, che permettono di interagire con la videocamera senza toccarla. Ovviamente il set di istruzioni che è possibile impartire è limitato a quelle essenziali. Una modalità di interazione che aiuta nel caso in cui posizionassimo la nostra videocamera in un punto difficilmente accessibile, o quando indossiamo, ad esempio, un paio di guanti. Generalmente impartire questi comandi è abbastanza semplice e efficace, a patto che non ci si trovi in un ambiente eccessivamente rumoroso.
TUTTO BELLO PER UNORA, E POI? RICARICARE!
Nelle action cam come negli smartphone uno degli elementi fondamentali dell’analisi non può che essere la misura della autonomia. Sì perchè nessuno vorrebbe mai trovarsi nel bel mezzo dell’azione e non riuscire a riprendere il momento più emozionante per colpa della batteria scarica.
Purtroppo con questa Hero 6 Black, GoPro non fa grandi passi avanti da questo punto di vista. La capacità della batteria è esattamente la stessa del modello precedente, e anche l’autonomia più o meno si equivale. Utilizzando la videocamera in maniera continuativa alla massima risoluzione e massimo framerate riusciamo infatti ad ottenere poco più di un’ora di registrazione continuativa.
Non si tratta di un utilizzo paragonabile a quello reale, ovviamente. Solitamente, infatti, l’utilizzo tipico di una soluzione di questo genere è fatto di diversi avvii e interruzioni di ripresa, con schermo attivo per cambiare impostazioni o rivedere le clip. È facile quindi che l’autonomia reale sia leggermente inferiore ed è quindi sicuramente consigliabile avere con sé almeno una batteria di scorta.
UNAPP FINALMENTE OTTIMIZZATA?
La suite di applicazioni studiate da GoPro per questa Hero 6 Black, così come per i precedenti modelli, è composta da due software, ovvero l’app GoPro, per l’appunto, e Quik. Con la prima è possibile connettere la fotocamera allo smartphone, comandare la videocamera da remoto, cambiare le impostazioni e visualizzare e scaricare i contenuti catturati, oltre che inviare questi stessi all’app Quik, che è forse delle due la più interessante.
Pur non trattandosi di una novità sembra che con questa nuova Hero 6, l’app Quik abbia compiuto un piccolo passo avanti in termini di affidabilità, così come anche l’app GoPro.
Quik è poi in realtà il vero e proprio valore aggiunto di un prodotto come la Hero 6. La semplicità con la quale possiamo montare ed editare, praticamente in maniera automatica una serie di clip, con risultati dal look professionale è, infatti, quasi disarmante. I più “smanettoni” possono comunque cimentarsi in qualcosa di più complesso, selezionando manualmente le scene chiave, le transizioni, la musica e gli slow-motion. Ma diciamo che lo scopo dell’app è quello di dare una mano, a chi di queste cose non è pratico, aiutandoli ad ottenere comunque risultati apprezzabili. Ed in questo senso voglio darvi un consiglio nel caso in cui vogliate sfruttare al meglio le abilità di Quik: registrate clip corte, catturando, se potete, solo i momenti chiave.
COSTA TANTO MA LA QUALITA SI PAGA
Ebbene sì, questa GoPro Hero 6 Black costituisce indubbiamente un passo avanti evidente anche rispetto al modello dell’anno scorso, ma questa maggiore qualità si paga, e ha un prezzo decisamente non abbordabile. Parliamo di 569 euro di listino, e uno street price che, a onor del vero non è solito calare in maniera così repentina.
Ma li vale tutti questi soldi? Secondo me sì. La qualità delle riprese è altissima, sia in relazione ai colori, che alla nitidezza, che alla stabilizzazione e ne fa indubbiamente la miglior action cam attualmente sul mercato. La semplicità d’uso, di sincronizzazione con lo smartphone e di interazione sia tramite il display che da remoto con il cellulare, sono poi la chiave di volta che la differenzia dalle altre proposte sul mercato.
E poi c’è comunque Quik, che in molti sottovaluteranno ma che è, a mio parere un grande valore aggiunto. Una volta presa la mano e sfruttato a dovere è in grado infatti di fare la differenza in maniera significativa, specialmente, come già detto, per chi non è pratico di montaggio video o semplicemente non ha troppo tempo da perderci.
VIDEO